Teatro sociale – La porta di Napoli- WANG HUI(TAUA)

La porta è l’entrata o l’uscita di un edificio o di un dispositivo che può essere aperto e chiuso all’ingresso e all’uscita. Nella mia opera la sua funzione vuole essere quella di connettere e separare due o più portatori di identità. Come in un’opera teatrale, la scena cambia. Aprire la porta significa entrare nella società: siamo dipendenti, capi e assistenti sociali. Aprire la porta significa tornare a casa: siamo il padre e la madre, il marito e la moglie, il bambino e la bambina. Ogni giorno ognuno di noi è impegnato a entrare e uscire da vari tipi di porte, così come in un teatro sociale gli attori mutano i propri ruoli e la scena cambia la propria forma. Svolgiamo diversi ruoli sociali sul palcoscenico invisibile della nostra realtà. Le porte sono le chiavi per la nostra transizione da e verso le varie posizioni che ricopriamo.


Pertanto, la vita si svolge tra l’apertura e la chiusura delle porte di ogni giorno.

Bussa alla prima porta: la porta del Vesuvio. 2018 (280cmX80cm)

(assemblage, luce a led, pittura su legno, specchio, libro)

Il Vesuvio è un simbolo della città di Napoli. Questa porta è composta da una corona verde e un corpo rosso. Le luci verdi rappresentano l’ambiente naturale, il rosso è il sangue dell’energia vulcanica che scorre nelle vene della terra. In seguito a un grande incendio, “l’anziano” Vesuvio è nudo e ferito. Nel corso della storia e dello sviluppo economico, gli esseri umani hanno cercato ciecamente il progresso, e hanno distrutto proprio quelle risorse che hanno svolto un ruolo importante nel processo di crescita. Queste porte pesanti e rozze sono la “spazzatura” che ho trovato per le strade dei Quartieri spagnoli: testimoni di storie familiari di una città sono state abbandonate lungo i marciapiedi e mai raccolte dal Comune per le loro dimensioni non riciclabili. Metafore simboliche del processo di sviluppo, incurante dell’ambiente sociale quotidiano, lo status dei gruppi vulnerabili nella società. Come anziani indifesi, seduti negli angoli delle strade della città, a nessuno importa perché è questo il loro destino. Nessuno si accorgerà di loro finché, in silenzio, non se ne andranno.

Bussa alla seconda porta: la porta del disastro. 2018 (220cmX80cm)

(CD:video documentario  1:43 min  musica : regista sul strada)

 (assemblage, legno carbonizzato dopo l’incendio sul Vesuvio, specchi rotti)

Gli infiniti desideri degli esseri umani hanno portato spesso a enormi distruzioni. E’ questa la porta del disastro. Nella mia opera, questa porta è di colore bianco che in molte culture non-occidentali è legato alla morte, al vuoto. L’incendio del Vesuvio nell’estate scorsa è stato come un’esplosione dell’avidità della natura umana. Tre quarti della vegetazione dell’intero vulcano sono stati bruciati e innumerevoli animali sono morti o hanno perso le loro case, causando perdite incalcolabili nei dodici comuni circostanti. Dopo le indagini è emerso che si è trattato di un disastro causato da un incendio doloso: chi ottiene benefici da una tale devastazione? Solo due decenni fa, lo stesso incidente si è verificato nello stesso luogo. Eventi diversi, ma esseri umani ugualmente avidi. Ho intervistato gli abitanti nelle aree circostanti agli incendi, ma nessuno sapeva chi avesse causato l’incidente. Allo stesso tempo, molte persone hanno guadagnato dalla distruzione dei boschi “liberando” terreno per colture e pascoli. La corteccia rotta sparsa sulla porta e gli specchi riflettono il nostro cuore. Se oggi decidessimo di chiuderla, sceglieremmo il perdono e la redenzione. Se oggi abbiamo bruciato le nostre montagne, le nostre case, cosa ci fermerà domani a bruciare le nostra civiltà, le nostre vite, il nostro futuro.

(CD:video documentario  1:00 min  musica : regista sul strada)

Bussa alla terza porta: la porta del cuore di Napoli 2018 (230cmX80cm)

(pittura rossa, invitando i pedoni sulla strada a scrivere le parole nel “cuore”,  performance art)

Trova una chiave e apri il tuo cuore. Questa porta è rossa, il colore del nostro cuore, così come  del cuore di Napoli. Il cuore umano non è solo il motore della nostra vita, è anche la porta che ci apre e ci chiude all’altro, che separa il nostro privato da tutto il resto. Per la mia opera, il suo ruolo è quello di collegare e chiudere due o più relazioni. Crescendo, iniziamo a comprendere sempre di più il significato intimo delle nostre vite e iniziamo a svolgere un ruolo sociale diversificato. Ogni giorno abbiamo bisogno di tenere a mente i diversi posizionamenti che assumiamo nella società, le diverse porte che apriamo e chiudiamo. Così come in un’opera teatrale, abbiamo paura di scordarci le battute dei nostri ruoli, siamo attanagliati dalla preoccupazione di dire e fare la cosa giusta. Nel processo intimo di crescita di una persona, i segreti e le emozioni che portiamo a casa ogni giorno appesantiscono questo piccolo cuore. Apriamo la porta più velocemente e frequentemente ogni giorno, ma non basta. Cerchiamo nuove porte e nuove chiavi per aprirle. La porta è diventata un altro simbolo di desiderio e la ricerca insaziabile di nuove è ormai un corso obbligato nella vita.

Prendi una chiave, apri un po ‘di cuore, non portare troppo, lascia il tuo cuore.

(CD:video documentario  1:00 min  musica : regista sul strada)

Bussa alla quarta porta: la porta da attraversare. ( performance ) (230cmX80cm)

Il presente in cui viviamo è lo spazio tra il nostro passato e il nostro futuro. Abbiamo scelto di dipingere questa porta di giallo, perchè è il colore che collega il passato e il futuro, come la luce che percorre l’universo e alla fine del suo viaggio raggiunge un buco nero. Mettere quella piccola sedia rossa affianco alla porta è un nostro prezioso ricordo d’infanzia. La vita sembra soffermarsi nei ricordi del passato e dell’infinito futuro. Con questa piccola porta trapassiamo i limiti temporali: torneremo alla nostra infanzia, torneremo a casa, torneremo tra le braccia dei nostri genitori e adoreremo il porto di casa, il porto del cuore. Mentre attraversiamo la porta, vediamo la bellezza del mondo, dimentichiamo le dispute, sogniamo il futuro e abbandoniamo la negatività della vita. Quando sei sfinito, quando non sai nulla del futuro, guarda lo specchio della porta, preparati, apri la porta e corri avanti senza pensieri come un bambino.

Bussa alla quinta porta: la porta degli artisti, blu.

Bussa alla sesta porta: la porta della storia, dai colori infiniti.

Apri la settima porta, l’ottava porta e la nona……

La porta del passato, la porta del presente, la porta del futuro.

Il colore della porta che apri, è ciò che hai scelto di essere….

©️Artista:  WANG HUI  (TAUA)

Sul Vesuvio è strage d’alberi dopo le fiamme- l’artista-fotografo cinese Wang Hui

(Ph Wang Hui)
(Ph Wang Hui)

NAPOLI – L’erba sul Vesuvio – devastato dagli incendi dolosi di questa estate – non è ancora ricresciuta, anzi è strage d’alberi anneriti dalle fiamme nella pineta sporcata intanto dai rifiuti.

(Ph Wang Hui)
(Ph Wang Hui)

Diecine e diecine di pini tagliati: è quel che mostrano le foto dei volontari di 12 associazioni che domenica hanno ripulito il Vesuvio ancora sporco – malgrado i generosi finanziamenti della Regione al comparto forestale – di quintali di rifiuti lasciati dagli incivili che hanno trascorso qui la Pasquetta. Ma non si tratta solo di famiglie in gita in uno scenario praticamente lunare o post-atomico, non sono le sole a sporcare.

Il terreno del Vesuvio senza protezioni (ph Wang Hui)
Il terreno del Vesuvio senza protezioni (ph Wang Hui)

Tornando alle operazioni di pulizia volontarie di domenica scorsa, racconta in particolare dai social l’autore delle foto più crude sul taglio degli alberi e lo stato disastroso del terreno, l’artista-fotografo cinese Wang Hui: «A distanza di molti mesi dagli incendi credevo di trovare il Vesuvio rinato con nuove piante, ma abbiamo trovato un paesaggio annerito con pochissima erba e sporcato dai rifiuti. Alberi morti, perché il fuoco ne ha cotte le radici. Tutto morto. E ho visto che su alcune colline hanno tagliato tutti gli alberi, non lo so cosa dire. Mi sono commosso assieme ai miei amici che abitano ai piedi del Vesuvio ed erano lì per pulire, per fortuna c’è tanta bella gente che fa cose preziose per aiutare il Vesuvio ferito».

16 aprile 2018 | 20:51© RIPRODUZIONE RISERVATA

【安徽省电视台】《十面“霾”伏》行为艺术/影像 王辉

编者:5月下旬,由安徽广播电视台和安徽省环保厅共同主办,安徽经视承办的“寻找天之蓝”大型环保主题影像大赛拉开帷幕,安徽经视向全省范围内征集优秀作品。在诸多作品中,安徽建筑大学艺术学院王辉同学的摄影作品《十面“霾”伏》脱颖而出。7月6日,安徽经济频道大型环保公益活动“寻找天之蓝”影像作品正式展播,王辉作为节目的第一位受邀嘉宾走进演播室。

在被灰尘侵蚀的城市里,我们无处可逃。透过镜头,安徽建筑大学艺术学院王辉同学用一种特殊的视角,展现了《十面“霾”伏》行为艺术,表演者在玻璃罩中表现出的恐惧、惊慌,加以渴望挣脱这层牢笼的肢体语言表现,在音乐和舞台效果的映衬下显得格外触动人心。

作品展现了在浓浓雾霾下人们的生存状态。防毒面具下的他和她,挣扎着,痛苦而又艰难。可这却无济于事,他们始终还是被困在那样一个玻璃盒子里。外面的人看着他们扭曲面容和身躯却无能为力;里面的人渴求呼吸的自由却被生生困住。每一双手都在努力地想要挣脱,最后,也只能无力地落在那堵墙上。谁能来拯救他们,我们吗,忘记了,我们也是生活在那混沌世界中,只不过是不痛不痒地生活着。王辉给自己的作品取名为十面“霾”伏,希望通过摄影作品能够唤醒大家心中的盲目,能够给大家带来一些警示。没错,这些污染隐患曾经就在身边,经过日积月累最终会在某一刻爆发。我们有一场硬仗要打,若成了傀儡,那便永远被困在那玻璃后,趁现在,趁着我们还有蓝天,开始行动!

王辉动情地诉说着对雾霾的理解和切身感受。大屏幕的每一次作品切换,都带有他的一份沉思,是给我们的一份感动。“我希望我的作品不像温水煮青蛙一样,让大家沉醉在大屏幕中美好的蓝天之下。而是通过摄影和行为艺术,唤醒大家心中的盲目,给大家带来一些警示。”王辉希望自己的作品能够唤醒大家一起行动,让我们随手拍下的每一片天空都可以是“天之蓝”的佳作。(文:陈旭;审核:余鸿)

安徽电视台节目视频链接:http://www.ahtv.cn/c/2015/0707/00547253.html

©️安徽广播电视台